La “marginalità”come valore imprescindibile dell’identità e come strumento prezioso per la costruzione di una rete che parta da Lucera e dai Monti Dauni per mettere in connessione le altre marginalità del Paese, per disegnare un nuovo centro. Prossimi appuntamenti: il 7 e il 14 settembre i Giovedì della Capitale.
LUCERA – Un tassello importante è stato aggiunto oggi, mercoledì 6 settembre, al progetto “Lucera 2026” per la candidatura a Capitale italiana della Cultura.
Nel suggestivo scenario del Teatro Garibaldi è stato presentato il manifesto dei borghi per la cultura. A sottoscrivere il documento sono stati chiamati tutti i sindaci dei Monti Dauni, tutti i già sindaci di Lucera – Domenico Albano, Domenico Bonghi, Antonio di Matto, Vincenzo di Siena, Pasquale Dotoli, Giuseppe Labbate, Giuseppe Melillo, Vincenzo Morlacco e Antonio Tutolo – ed i sindaci delle città pugliesi candidate a Capitale italiana della cultura Bari, Taranto, Bitonto, Mesagne (capitale cultura Puglia 2023) e Monte Sant’Angelo (capitale cultura Puglia 2024).
L’incontro ha visto anche la presenza di Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e Raffaele Piemontese, vicepresidente della Regione Puglia e assessore al Bilancio, Programmazione unitaria e Infrastrutture.
«Siamo convinti che attraverso la valorizzazione e la promozione del territorio di Lucera e dei Monti Dauni si possa ripartire per un rilancio culturale, turistico ed economico del territorio. Oggi siamo felicissimi di vivere insieme questo momento così importante e di lanciare da qui una proposta ai borghi d’Italia», ha dichiarato il Sindaco di Lucera Giuseppe Pitta.
A credere nella valorizzazione dei borghi anche Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente ANCI, che ha affermato: «Ci stiamo impegnando a valorizzare le aree interne, contrastando lo spopolamento con l’agenda del controesodo. L’auspicio è di avere, finalmente, una città pugliese che possa raggiungere questo ambito traguardo. Sono qui, oggi, insieme ai sindaci delle città pugliesi che hanno provato ad essere Capitali italiane della Cultura, per sostenere e amplificare la voce di Lucera e dei Monti Dauni».
“Lucera 2026” è un progetto che vede l’intera comunità mettersi in gioco per programmare un futuro basato sulla cultura. Un progetto sostenuto anche dalla Regione Puglia, l’unica in Italia ad aver istituito il titolo di Capitale cultura di Puglia, che viene conferito alla città pugliese che riesce ad arrivare nella short list delle 10 finaliste a Capitale italiana della Cultura.
«Se Lucera arriverà tra le 10 finaliste avrà la certezza di essere Capitale della cultura di Puglia 2025 e avrà il sostegno della Regione, con un importo di 300 mila euro che servirà ad attuare i migliori progetti presentati nel dossier candidato al Ministero della Cultura», ha ribadito Raffaele Piemontese, vicepresidente della Regione Puglia e assessore al Bilancio, Programmazione unitaria e Infrastrutture, che ha aggiunto: «La candidatura di Lucera e dei Monti Dauni è una candidatura di gruppo che nasce dal lavoro messo in campo negli ultimi 10 anni. Questa parte di territorio della Capitanata ha compreso che fare sistema è uno degli aspetti più importanti per il cambiamento reale».
IL MANIFESTO DEI BORGHI PER LA CULTURA – sottoscritto dai sindaci dei 29 comuni dei Monti Dauni.
Quando parliamo di Monti Dauni parliamo di 2350 chilometri quadrati di patrimonio naturalistico e borghi medievali, aree archeologiche, oltre 500 chiese e castelli, 7 bandiere arancioni, 4 tra i borghi più belli d’Italia, 2 minoranze linguistiche; parliamo di un’area attraversata dall’antica via consolare che dall’Impero romano portava all’Oriente e che oggi fatica nei collegamenti interni; parliamo di 30 Comuni, tra i quali annoveriamo Lucera che ne è il polo urbano di riferimento, e soprattutto di 87.000 cittadini circa che in quei Comuni hanno continuato a credere, disegnando un’identità collettiva che oggi è pronta a farsi motore di una nuova narrazione del Territorio.
Una narrazione in cui la definizione di “area interna” sia valore paesaggistico, culturale, sociale e identitario, non disvalore geografico/ economico; una narrazione che consideri le distanze occasioni per la creazione di nuovi cammini e nuove relazioni che si stabiliscono percorrendo quei cammini; una narrazione di cui i nostri giovani, che più di tutti hanno occhi nuovi per guardare, siano motore primario e non destinatari finali.
Veniamo da un evento epocale: una pandemia che, nel ricordarci la fragilità umana, ci ha mostrato anche l’anti-fragilità̀ dei nostri borghi e dei nostri valori quotidiani, che sono diventati per molte persone luoghi di approdo stabili. Questo ci spinge oggi a raccogliere una sfida senza precedenti: che i borghi siano non più e non solo luoghi di rigenerazione intesi come “pausa dai ritmi della realtà”, bensì diventino per un intero Paese modello generativo di una nuova realtà, che assomigli di più all’umanità̀ che la abita.
Trenta comunità oggi, per voce dei loro Sindaci, scelgono di essere visionarie, consapevoli che prima ancora che di economie è di visione che ha sete e fame il nostro territorio, come tutti i territori italiani marginali, con la ferma convinzione che i margini, i limen che sfuggono alle definizioni generali e dove i bordi si confondono, siano i terreni più fertili per la nascita e la sperimentazione di nuovi modelli sociali, culturali e, di conseguenza, economici.
Rivendichiamo allora la marginalità come valore imprescindibile della nostra identità e come strumento prezioso per la costruzione di una rete che da qui parta e metta in connessione le altre marginalità del nostro Paese, per disegnare a partire da esse un nuovo centro.
Consideriamo la candidatura di Lucera e dei Monti Dauni a Capitale italiana della cultura 2026 l’inizio di un cammino, sicuramente in salita, ma, come tutte le salite più faticose, capace si restituire a chi arriva in cima un nuovo orizzonte.
La nostra cima non sarà raggiunta a marzo 2024, quando verrà annunciata la candidata vincitrice del titolo di Capitale, perché con la sottoscrizione di questo manifesto ci poniamo un obiettivo permanente che più che guardare al 2026 guarda a quello che accadrà a partire da gennaio 2027 su un Territorio che avrà avuto il coraggio di mettersi in gioco compatto.
Di una città non godi delle sette meraviglie ma delle risposte che dà alle tue domande.
Con queste parole di Italo Calvino a farci da guida e nutriti dalle nostre settanta volte sette meraviglie, comincia oggi per questo Territorio l’era delle domande collettive, a cui rispondere insieme.
Candidare una Città significa per noi candidare trenta comunità, un territorio, un insieme di istituzioni pubbliche ed enti e attori privati: significa lanciare una sfida a noi stessi per primi, scommettendo che possiamo guardare avanti insieme.
Siamo pronti a raccogliere questa sfida, lo abbiamo dimostrato facendo confluire le candidature di Lucera e dei Monti Dauni, dimostrandoci pronti a fare tutti un passo indietro per compiere assieme un salto in avanti.
Che il salto in avanti arrivi allora, sapendo che a sostenerci c’è una rete territoriale fitta, tessuta nei secoli da comunità resilienti e resistenti, flessibili e coriacee al tempo stesso, risultato di un crocevia di popoli e culture che oggi sono chiamati da questa area interna a far risuonare la loro voce.
I SINDACI DELLA CITTÀ DI LUCERA
La città di Lucera merita di essere onorata con il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2026.
Lo merita per la sua gloriosa e affascinante storia, valorizzata da tratti originali tanto per l’Italia che per il Mediterraneo; per il suo ricco e prezioso patrimonio storico e culturale, di cui sono parte siti e retaggi meritevoli di studio e attenzione; per le energie e le competenze che l’attraversano e l’animano, a cui attingere per progettare e costruire il futuro.
È su tutti questi elementi che deve fondarsi il progetto di candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2026, proiettandoli in un futuro prossimo in cui la cultura diventi motore di coesione e inclusione sociale quali obiettivi di welfare culturale, sostenibilità ambientale dell’agire pubblico e privato, sviluppo equilibrato ed innovativo del sistema di ospitalità, digitalizzazione e smaterializzazione, collaborazione sinergica tra territori.
Noi sindaci della città di Lucera, per tutte le ragioni sopra dette, ci impegniamo ad essere garanti del patto sociale e generazionale che fin da ora deve alimentare il positivo e fecondo processo di valorizzazione e promozione dell’identità stessa della comunità lucerina, così come si è andata definendo nel corso della nostra millenaria storia.
LE CITTÀ PUGLIESI GIÀ FINALISTE DELLA CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA
(BARI, TARANTO, BITONTO, MESAGNE, MONTE SANT’ANGELO)
Il percorso che accompagna la candidatura di una città a Capitale italiana della Cultura è un processo carsico, che comincia ben prima dell’annuncio della candidatura e termina ben oltre gli esiti della proclamazione.
Si tratta di una comunità che si interroga insieme e insieme prova a tradurre i suoi desideri in azioni concrete e tangibili, la cui ricaduta mai si limita al territorio che le ha generate.
Il prezioso mosaico delle città e dei borghi che compongono il patrimonio socioculturale della Puglia oggi è messo a valore e promosso dalla candidatura a Capitale Italiana della Cultura.
Lo testimonia la diffusa e articolata partecipazione ai processi di co-progettazione culturale registrata in ciascuna delle esperienze compiute negli anni che abbiamo alle spalle. Altrettanto vale per il rinnovato e crescente interesse del sistema economico di quelle stesse città verso lo sviluppo della rete di ospitalità, fondata sul principio di comunità accoglienti.
Allo stesso modo, le Amministrazioni comunali e l’intera filiera istituzionale hanno trovato l’energia di progettare nuovi spazi e modalità innovative di fruizione culturale, integrando tale progettazione con quelle relative alla mobilità, la digitalizzazione, le connessioni di rete, miranti a rendere più coese e inclusive, e quindi maggiormente attrattive, le città e i borghi.
Con queste premesse, i sindaci delle città e dei borghi della Puglia candidatisi a Capitale Italiana della Cultura sostengono con entusiasmo e partecipazione la città di Lucera e con essa i borghi dei Monti Dauni, in questa complessa sfida.
Il percorso sarà tutt’altro che semplice e l’approdo affatto certo, ciononostante sarà valso l’impegno e il lavoro profusi per far emergere la bellezza e la meraviglia custodite da queste comunità.
I PROSSIMI APPUNTAMENTI
Il processo di ascolto e co-progettazione Lucera Secondo Me – I Giovedì della Capitale prosegue il 7 e il 14 settembre, a partire dalle 19.00, nel chiostro della Biblioteca comunale “Ruggero Bonghi”.
Le cittadine e i cittadini sono invitati a partecipare per offrire il proprio contributo di idee, ottenere chiarimenti in merito al processo di co-progettazione, avanzare la candidatura di azioni ed attività.
Perché è sull’ascolto che si fonda il dialogo, da cui scaturisce il confronto all’origine della condivisione. Quest’ultima si alimenta di visioni, idee e progetti che offrono sostanza e danno forma alla partecipazione, quindi alla comunità.
Fino al 10 settembre è possibile candidare idee e progetti che raccontano la propria visione di città e la visione di sviluppo del territorio compilando il modulo presente su Bit.ly/Lucerasecondome.
I progetti saranno vagliati dalla Fondazione LINKS, che si occupa di progettazione a livello internazionale e che curerà la presentazione del dossier che sarà inviato entro il prossimo 27 settembre. Entro il 15 dicembre2023, la commissione definirà la short list delle 10 città finaliste, e la procedura di valutazione – dopo l’audizione pubblica dei progetti finalisti entro il 14 marzo2024 – si concluderà per il 29 marzo 2024 con la proclamazione della Capitale italiana della cultura 2026.
Comunicato stampa