Riceviamo dalla Dirigente scolastica Laura Filomena Flagella e pubblichiamo
LUCERA – Con riferimento alla proposta di Piano di dimensionamento scolastico della Regione Puglia per l’as. 2024-25, e in considerazione del (non richiesto) coinvolgimento del nostro Istituto amplificato a mezzo stampa e attraverso i canali social, si rende necessario fare un po’ di chiarezza sulla situazione.
Secondo quanto previsto dal Decreto n. 127 del 30/06/2023 del Ministro dell’istruzione e del merito, di concerto con il Ministro dell’economia e finanze, con cui sono stati esplicitati i criteri per definire l’organico dei Dirigenti scolastici e dei Dsga e la loro distribuzione tra le Regioni, la Regione Puglia ha definito un Piano di dimensionamento della rete scolastica per il prossimo triennio che prevede un taglio di 58 istituzioni scolastiche rispetto alle attuali nell’a.s. 2024/25, di ulteriori 4 nel 2025/26 e di altre 8 nell’a.s. 2026/27.
Sulla base dei dati della popolazione scolastica rilevati a livello regionale, nelle Linee di indirizzo emanate dalla Regione insieme al Piano è stato stabilito che:
“Sono oggetto di riorganizzazione le istituzioni scolastiche del primo ciclo (…) attive nei comuni che hanno una media di iscritti alle istituzioni scolastiche comunali inferiore a 925.”
“Considerata la prossimità della media di iscritti al parametro nazionale definito per il contingente (961), per l’a.s. 2024/25 non si propongono azioni di riorganizzazione per le istituzioni scolastiche del secondo ciclo”. In relazione a tali indicazioni, appare immediatamente evidente che il nostro Istituto non è coinvolto nel Piano di dimensionamento, mentre, al contrario, la scuola del 1° ciclo Bozzini Fasani
di Lucera risulta tra quelle che dovrebbero perdere l’autonomia a partire dal prossimo anno.
Di fronte alla comprensibile protesta da parte dell’Istituto a rischio soppressione, e del suo Dirigente, in occasione di un incontro tenuto presso il Comune di Lucera con la referente della Regione Puglia, qualcuno dei presenti ha ritenuto che la soluzione al problema fosse quella di offrire alla Regione una proposta ‘sacrificale’ alternativa, che prevedesse di salvaguardare l’autonomia dell’Istituto Bozzini Fasani in cambio di un accorpamento dei due Istituti superiori: l’Itet V. Emanuele III e il Convitto Bonghi.
La proposta è stata suggerita (e continua ad essere suggerita da qualcuno) sulla base della considerazione che ‘tanto il destino del Vittorio Emanuele III è segnato’, e che quindi, a fronte del rischio di vedere ridotto di un’ulteriore autonomia il totale delle scuole di Lucera, tanto vale risolvere subito il problema offrendo in cambio della salvezza della Bozzini-Fasani la soppressione dell’Itet.
Questa proposta non è mai stata concordata con questo Istituto, e né mai questo Istituto ha dato parere favorevole a tale iniziativa o a iniziative simili, che segnerebbero la fine di un’istituzione storica per il territorio, che ha segnato in un secolo la storia culturale e professionale della città di Lucera, di cui proprio nel prossimo anno festeggeremo il centenario. La netta contrarietà alla proposta si basa sulle seguenti considerazioni:
- Le linee guida prevedono espressamente che le scuole del secondo ciclo non siano interessate dal dimensionamento, anche in considerazione della circostanza che quelle del
1° ciclo sono nella Regione il doppio di quelle del 2° ciclo, e che le prime hanno un parametro medio di iscritti inferiore a quelle del secondo ciclo e molto più vicino al dato di riferimento nazionale; - Il Comune di Lucera, che secondo la protesta di alcuni, avrebbe dovuto farsi portavoce
della proposta di accorpamento dei due Istituti superiori, non è competente sull’istruzione di secondo grado, e quindi non può deliberare su una proposta del genere; - Si dà frettolosamente per scontato che nell’a.s. 25/26 l’Itet venga accorpato ad altra scuola, ma in questa valutazione non si tiene conto delle seguenti circostanze:
a. per l’anno scolastico considerato, al momento è previsto il taglio di sole altre 4 sedi, e non si capisce perché tra queste dovrebbe rientrare necessariamente l’Itet;
b. si cita spesso, nei commenti piuttosto estemporanei che sono stati fatti circolare sulla questione, ripresi anche in alcuni articoli di stampa, che i due Istituti superiori luceriniavrebbero meno di 600 studenti a testa, e per questo motivo sarebbero destinati comunque ad essere accorpati, come se quello dei 600 alunni fosse un parametro di riferimento ancora in vigore, cosa che invece non è, perché le nuove norme indicano come riferimento il dato medio degli iscritti a livello regionale, e quindi questa certezza dell’accorpamento è priva di fondamento;
c. da qui al 2025, come già successo in passato, potrebbero cambiare le leggi, i parametri
e le circostanze sulla base delle quali saranno prese le future decisioni sul dimensionamento della rete scolastica, che potrebbero consentire comunque all’Itet di mantenere la sua autonomia. - L’andamento delle iscrizioni per il nostro Istituto è in controtendenza rispetto agli ultimi anni, considerato che, nonostante il forte calo demografico del territorio, grazie a un’offerta formativa sempre più innovativa ed inclusiva, con l’inserimento di nuovi indirizzi di studio e curvature che hanno riscontrato notevole interesse da parte delle studentesse e degli studenti, e grazie al lavoro sinergico di tutti i docenti che si impegnano costantemente per creare un ambiente di studio accogliente e innovativo, per lo scorso anno sono state formate ben 3 classi in più, e l’ottimo lavoro svolto è stato riconosciuto anche da numerose attestazioni esterne, che vedono i nostri alunni vincitori di premi regionali e nazionali di notevole prestigio.
- Da un’analisi dei dati delle scuole della Puglia, secondo quanto riportato nel Piano
regionale, emerge la possibilità di proporre alla Regione criteri alternativi di scelta delle scuole a cui togliere l’autonomia, criteri che assumano un carattere di maggiore proporzionalità rispetto ai territori, alla popolazione e al numero delle scuole, come già evidenziato al Comune di Lucera, suggerendo quindi che la ‘battaglia’ (se tale deve essere) non deve essere affrontata come mera guerra fratricida tra due scuole dello stesso Comune, ma deve spostarsi sul piano politico regionale. Tanto si doveva per vostra opportuna conoscenza.
Comunicato stampa