Riceviamo e volentieri pubblichiamo il comunicato stampa di Alessandra Palladino
LUCERA – Queste poche righe non vogliono essere un addio triste e drammatico, ma il resoconto di una vita incredibile, oltre che il ringraziamento per un esempio di vita unico ed impareggiabile.
Giuseppe Palladino, conosciuto anche come Pino Palladino, oggi ha smesso di essere fisicamente tra noi. Ha dedicato quarantadue anni alla sua professione di infermiere di pronto soccorso praticandola con amore e dedizione infiniti, oltre ad essere stato un marito ed un padre sempre presente ed eccezionale.
La sua vena poetica, poi, è stata una rivelazione che ha esaltato la bellezza del suo animo. Ha affiancato la sofferenza degli ammalati con tanta empatia e cura, ha teso sempre la mano a chi, bisognoso, gli chiedeva un aiuto. Attento, meticoloso, rigoroso, ma anche dolce, sensibile, e premuroso. Non si è mai tirato indietro di fronte al suo lavoro, che ha svolto con un entusiasmo fuori dall’ordinario, rendendolo una vera e propria vocazione per la cura della sofferenza altrui.
Il modo in cui ha vissuto la sua malattia, poi, è il chiaro esempio del suo modo di essere, che è venuto fuori in tutta la sua disarmante semplicità: ha sorriso di fronte al suo dolore, l’ha affrontato con tutte le sue energie combattendolo fino all’ultimo istante, senza però trasformarlo in una battaglia drammatica e desolante. Ha insegnato a chi gli è stato accanto in questi ultimi mesi come si può essere solari e ironici anche nella malattia, come ci si può ritagliare momenti di vita quotidiana sereni e amorevoli con la propria famiglia, come essere dediti agli altri anche quando la propria salute inizia a vacillare.
La prova di questa vita vera e sensazionale è la marea di gente che in questo momento si sta recando a porgergli un ultimo saluto, portando con sé racconti di episodi pieni di gioia e di momenti felici rimasti impressi nel cuore di chi l’ha conosciuto.
Alla fine, di fronte all’esempio di questa anima gentile e di questo cuore puro, non si può provare tristezza. La rabbia e lo sconforto vengono sostituiti dalla gratitudine di averlo incontrato, dalla gioia di aver percorso un pezzetto di vita insieme, e dalla consapevolezza che non sarà facile seminare amore nel mondo come ha fatto lui.