FOGGIA – Un laboratorio di sperimentazione nel segno di Mosè, una casa-studio, un luogo degli affetti, uno spazio intimo e al tempo stesso aperto a chiunque vorrà conoscere o incontrare la sua arte. È tutto questo la sede della Fondazione Mosè La Cava inaugurata venerdì 20 dicembre, in Vico Teatro 15 a Foggia, con l’evento “Le Terre di Mosè” che ha visto la partecipazione del papà dell’artista, del direttivo e di una nutrita comunità di amici, artisti del territorio e tutti coloro che lo hanno conosciuto e stimato.
Il direttivo della Fondazione, composto da Marco La Cava, Paolo Lops, Gemma Pittari, Giuseppe Santoro, Paolo Grenzi e Gianni Finizio, ha recuperato l’eredità fisica, materiale e storica lasciata dall’artista lucerino (scomparso prematuramente il 13 aprile 2021), che aveva viaggiato molto e vissuto in diverse città.
Salendo una scaletta bianca e ripida nel centro storico di Foggia, in un palazzo del ‘600 vicino al Teatro “U. Giordano”, si accede a quella che sarebbe stata la casa ideale di Mosè, come racconta chi lo ha conosciuto bene, perché Mosè amava l’antico, amava le cose che avevano una memoria.
Nei due vani, all’interno, tutto parla di lui: il suo tavolo di lavoro, il computer, la macchinetta del caffè, le bobine di cotone, la sua matita; una vetrinetta con tutto il suo armamentario che è un vero e proprio scrigno di ricordi; le copie di “Sceein”, il primo giornale su scala nazionale disegnato e colorato completamente a mano, pubblicità comprese. E poi un macchinario per stampare su qualsiasi superficie, anche su formelle in affresco,
una sorta di stampante riadattata che ricorda “l’ingegno ardimentoso” di Mosè.
«Tutti questi oggetti ci ricordano di quando andavamo a casa sua e ci risolveva ogni tipo di problema» ha raccontato il presidente della Fondazione Paolo Lops, che ha aggiunto: «Avere una sede è importantissimo, significa avere uno spazio dove poterci incontrare e per questo ringraziamo la famiglia Grenzi, che ci ospita. Questa casa-studio nasce con l’idea di riproporre quella che era la casa di Mosè, un punto di incontro, di condivisione, per progettare ed esporre. Non è una galleria né un museo, è il luogo in cui continuare a produrre quello che lui ha progettato e, contemporaneamente, creare sinergie con tutti gli artisti che lo hanno conosciuto».
«In questo spazio abita un po’ il suo spirito, è un luogo degli affetti, una specie di grande contenitore culturale che conserva la memoria di Mosè, affinché la sua arte non sia solo un ricordo per gli amici ma diventi un vero e proprio propulsore di nuove e interessanti attività», ha evidenziato Francesca Di Gioia, professoressa e critica d’arte, che ha sottolineato l’importanza di tenere viva la memoria. Questa sarà, infatti, una delle principali finalità della Fondazione che sta creando un archivio di tutte le opere di Mosè.
Nel corso della serata è stato, inoltre, possibile riprodurre una sorta di stampa fatta a mano con un timbro in legno realizzato dall’artista. Una delle cose che aveva progettato inseguendo il sogno degli antichi, hanno spiegato gli amici.
La sede della Fondazione ospiterà eventi, sicuramente sarà organizzata una retrospettiva con tutte le opere che si sta cercando di censire, autenticare e catalogare e poi si darà spazio anche ai diversi aspetti progettuali e creativi di Mosè, come il design e la videoarte.
«Si potrebbe pensare di fare un evento sul “no” che non ha mai detto Mosè», ha aggiunto Paolo Lops, ricordando l’estrema disponibilità che caratterizzava l’artista.
La sede della Fondazione apre su prenotazione, per informazioni contattare il numero 338.8570278.
La Fondazione Mosè La Cava
Nata a luglio 2022, la Fondazione ha l’obiettivo di mettere in campo quello che Mosè – artista, restauratore, designer che si è occupato anche di scultura, incisioni, scenografia e tecniche multimediali, fino alla costruzione di strumenti musicali medievali – aveva in mente di fare, dando così continuità al suo progetto, alla sua idea di arte.
Lavorare sulla memoria per proiettare l’immagine di Mosè nel futuro, per permettere a tutti, soprattutto ai più giovani, di scoprirlo o riscoprirlo. Per fare questo la Fondazione fa appello a tutti gli amici e i collezionisti che possiedono le sue opere, per censirle, autenticarle e catalogarle; allo stesso tempo metterà in campo laboratori rivolti a bambini e ragazzi in età scolare, per creare occasioni di promozione della cultura artistica e lavorare con le nuove leve, come Mosè amava fare.
Comunicato stampa