Riceviamo e volentieri pubblichiamo il comunicato stampa del gruppo consiliare di FRATELLI D’ITALIA
Foggia – L’Amministrazione Episcopo sostiene che questo provvedimento servirà a contrastare la “malamovida”, ma di quale movida parliamo? Esiste ancora la movida in questa città? Non vogliamo assolutamente sottovalutare il fenomeno, anzi bisogna prontamente intervenire, ma svuotare il centro non significa renderlo più sicuro al contrario, potrebbe lasciare spazio al degrado, spegnere i quartieri e colpire duramente il tessuto economico locale già duramente provato. Bisogna rivedere questa ordinanza! Sta per iniziare la stagione climaticamente più mite e chi ha investito nel pagamento del suolo pubblico, nell’acquisto dei dehors esterni all’attività, si vedrà penalizzato di questi investimenti. Con disparità di trattamento rispetto ai titolari di esercizi pubblici fuori dall’area individuata, esclusi dell’ordinanza, dove tra l’altro ormai si concentra gran parte delle attività di food e beverage. Chi pagherà il prezzo di questa decisione? I commercianti, che vedranno calare gli incassi, e le famiglie, che si ritroveranno in una Foggia più spenta e insicura.
Eppure vi poteva e vi può essere una soluzione diversa. Invece di firmare un’ordinanza a dire del sindaco Marida Episcopo “non punitiva” avrebbe potuto impiegare i neo assunti alla Polizia Locale insieme ad un nucleo di agenti esperti per presidiare il centro, garantendo sicurezza senza ricorrere a misure drastiche e indiscriminate. Perché non lo ha fatto? Chi controllerà gli inadempienti? Perché ancora una volta si sceglie la strada più semplice: quella dei divieti, invece di governare con buon senso e responsabilità. La sicurezza non si garantisce con ordinanze ma con azioni concrete.
Noi siamo assolutamente per il rispetto delle regole, anche perché i residenti devono essere sostenuti con le opportune misure laddove vi sono schiamazzi incontrollati e rumori che ledono la quiete pubblica, ma nello stesso tempo riteniamo altrettanto opportuno avviare un vero confronto le associazioni di categoria e attuare un piano per la sicurezza urbana, basato sul controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine, senza penalizzare il commercio e la vita sociale della città ed evitare che sia leso il diritto dei cittadini onesti a vivere non solo in una città sicura, ma anche dinamica e produttiva. Un cittadino che nella stagione calda vuole trattenersi all’aperto senza intaccare la quiete pubblica come dovrà comportarsi? Stare in un locale con le “finestre chiuse”?
Nel testo dell’ordinanza si fa riferimento a zone critiche già soggette al “Daspo urbano” e a operazioni straordinarie di controllo del territorio, condotte con il supporto della polizia locale e di altre istituzioni. Tuttavia, nonostante queste misure, si sostiene che sia necessario un ulteriore inasprimento delle restrizioni per migliorare la percezione della sicurezza tra i cittadini.
Ed è proprio qui che emerge la più grande contraddizione: anziché rafforzare i controlli mirati, si preferisce adottare misure generalizzate che colpiscono indistintamente tutti. Un approccio simile a quello adottato durante la pandemia di Covid-19, quando si impose la chiusura indiscriminata delle attività invece di differenziare gli interventi in base ai reali livelli di rischio. Ma se allora l’obiettivo era la tutela della salute pubblica, oggi l’unico effetto certo di questa ordinanza sarà il danno economico e sociale.
La sicurezza non si ottiene con divieti ciechi, ma con interventi mirati e con il coinvolgimento degli operatori e perché no dei residenti. Foggia ha bisogno di soluzioni concrete, non di provvedimenti punitivi che svuotano la città e penalizzano chi ogni giorno lavora per tenerla viva.