Lucera – La comunità di Lucera piange la scomparsa di Gianluigi Esposito, il netturbino 59enne vittima di una brutale aggressione lo scorso luglio. Esposito è deceduto ieri pomeriggio a Bari, lasciando i suoi cari e l’intera città in un profondo stato di dolore e indignazione.
Il 15 luglio, mentre era al lavoro in Viale Canova a Lucera, Esposito fu aggredito violentemente. Le ferite riportate furono gravissime, costringendolo a un lungo percorso di cure intensive tra diverse strutture ospedaliere in Puglia e Roma. Ricoverato nel reparto di Neurologia del Policlinico di Foggia, trascorse dodici giorni in coma farmacologico e fu sottoposto a un delicato intervento chirurgico.
Nonostante i tentativi di recupero, Esposito si è improvvisamente sentito male mentre si trovava in una clinica di riabilitazione a Bari. Un’emorragia improvvisa ha aggravato il suo stato di salute, rendendo vano il trasferimento d’urgenza al Policlinico barese, dove è deceduto poche ore dopo.
Con la sua morte, la posizione dell’aggressore già arrestato potrebbe aggravarsi: l’imputazione di tentato omicidio potrebbe essere modificata in omicidio. Le indagini proseguono per chiarire ogni dettaglio dell’aggressione, compresa la possibile presenza di un secondo individuo coinvolto.
Durante la convalescenza, Esposito era riuscito a fornire informazioni cruciali per le indagini, identificando il suo aggressore tramite una fotografia. Il suo contributo è stato determinante per l’arresto del responsabile.
Secondo quanto emerso, l’aggressione potrebbe essere stata scatenata da dissidi lavorativi. Esposito aveva infatti denunciato in passato episodi di atti persecutori da parte di alcuni parenti del presunto aggressore.
La scomparsa di Esposito ha lasciato un vuoto profondo tra i suoi colleghi e concittadini. Il suo coraggio e la sua lotta per la vita sono stati di ispirazione per molti, e la sua morte rappresenta un monito sulla vulnerabilità dei lavoratori e sull’importanza della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Lucera si stringe attorno alla famiglia di Gianluigi Esposito, chiedendo giustizia e sperando che questa tragedia possa servire a prevenire futuri episodi di violenza sul lavoro.
La redazione