Foggia – Dopo l’intervista rilasciata dal Dott. Laronga al Corriere del Mezzogiorno, molte persone hanno manifestato un senso di preoccupazione e di sfiducia. Per rispondere a loro e ai tanti cittadini onesti di questa provincia, sentiamo il bisogno di offrire un nostro contributo alla riflessione su mafia e antimafia nella nostra terra.
Sin dalle prime attività, alla fine degli anni ’90, abbiamo sempre denunciato la presenza delle mafie nel nostro territorio. Lo abbiamo fatto a volte nel silenzio assordante di chi neanche osavanpronunciare la parola “mafia” e associarla alla provincia di Foggia.
La nostra attività di denuncia continua oggi e ci porta a descrivere una mafia radicata, sottovalutata per decenni, che ha compiuto il salto di qualità, unendo alla violenza dei clan familistici l’attitudine imprenditoriale a infiltrarsi nell’economia legale e nella gestione della cosa pubblica.
Tuttavia non si può sottacere che l’intensa attività svolta in questi anni della magistratura e delle forze dell’ordine ha inferto colpi rilevanti alla criminalità organizzata. Le numerose inchieste degli ultimi anni ci hanno svelato la brutalità di queste mafie e, nello stesso tempo, l’instancabile opera di contrasto che auspichiamo diventi sempre più intensa, anche grazie a un serio investimento dello Stato.
Crediamo altresì che sia molto importante evitare di colpevolizzare un contesto, magari tacciandolo tout court di mafiosità, o corrotto, o privo di etica. Sul piano della società civile, che ci coinvolge direttamente, siamo infatti testimoni di straordinari atti di resistenza e di segnali di cambiamento: le molteplici richieste di approfondimento che arrivano dai ragazzi e dalle ragazze che frequentano le scuole della nostra provincia, la voglia di riscatto di cittadine e cittadini che partecipano alle iniziative, i presidi di Libera nati in tutto il territorio provinciale, l’impegno silenzioso e spesso lontano dai riflettori ma costante di associazioni, cooperative e realtà parrocchiali che costruiscono percorsi concreti di antimafia sociale.
Sono solo alcuni piccoli esempi di azioni attivate dal basso che creano modi autentici di stare insieme per cambiare la realtà che ci circonda.Siamo ben consapevoli che il percorso è ancora lungo, perché i cambiamenti culturali richiedono tempo e costanza, anche a causa dei danni causati da decenni di sottovalutazione da parte delle Istituzioni centrali.
Ma gli occhi di chi – e sono sempre di più – dedica anche solo una piccola parte
della sua vita a migliorare la nostra terra ci invitano a guardare più in là riconoscendo anche le cose belle e positive che si stanno via via realizzando capaci di nutrire una speranza reale. Ci invitano a non abbandonarci a un senso di rassegnazione e solitudine che renderebbe più forti le mafie. Non possiamo permetterci generalizzazioni che confondono e che non restituiscono la complessità della situazione. Lo abbiamo detto in svariate occasioni e lo ripetiamo con convinzione: solo unendoci possiamo cambiare radicalmente il nostro territorio e possiamo costruire una comunità, che rifiuti la violenza, la corruzione, la sopraffazione e sia orientata al bene comune. Serve il coraggio di avere più coraggio da parte di tutti
Comunicato stampa