La tregua tanto attesa per pasqua, sembra allontanarsi. Sono tutti presi dal riarmo e dalla guerra commerciale dei dazi. Nessuno parla dello sterminio della guerra a Gaza.
Arturo Di Sabato
La guerra in Ucraina è giunta al giorno 1.144 e Putin così come il premier cinese Xi, smentisce il presidente Zelensky che lo accusa di servirsi di 155 militari cinesi che combattono al fianco delle truppe russe che senza sosta continuano a lanciare bombe su Kiev e altre regioni ucraine.
Gli Stati Uniti e la Russia sono tornati a vedersi a Istanbul in Turchia per la questione ucraina ma soprattutto sul ripristino degli staff nelle rispettive sedi diplomatiche. Dopo 5 ore di colloqui tra le delegazioni statunitense e russe presso il consolato russo di Istanbul si è giunti allo scambio di prigionieri ad Abu Dhabi.
Mosca ha rilasciato Ksenia Karelina, una donna con doppia cittadinanza russa e statunitense, condannata l’anno scorso a 12 anni di carcere dopo essere stata riconosciuta colpevole in Russia di tradimento per aver donato meno di 100 dollari a un ente benefico ucraino con sede negli Usa. Nello stesso tempo, gli Usa hanno liberato Arthur Petrov, cittadino russo e tedesco, arrestato nel 2023 a Cipro su richiesta degli Stati Uniti per presunta esportazione di dispositivi microelettronici sensibili.
Il summit di Istanbul sembra sia andato bene, perché secondo fonti diplomatiche europee gli Stati Uniti hanno abbandonato i lavori per l’istituzione del Tribunale speciale per il crimine di aggressione contro l’Ucraina.
Putin, sembra irremovibile nelle condizioni già dettate per la tregua e come ha riferito la portavoce del ministero degli esteri Maria Zakharova, ogni presenza di truppe Nato in territorio ucraino sarà considerato una minaccia alla sicurezza del suo paese e porterà uno scontro diretto con l’Alleanza Atlantica.
Un altro incontro si è tenuto a San Pietroburgo tra il delegato del presidente americano Trump e il presidente Putin per spingerlo a cessare il fuoco, ma lo Zar russo sembra ignorare queste proposte e il Tycoon americano ha avvertito che senza un accordo con l’Ucraina entro aprile, scatteranno le sanzioni.
Intanto, Trump è preso dalla sospensione dei dazi perché ha capito che anche lì ha creato problemi e vuole mediare con un Europa “unita”, (presa sempre dall’ambizione e dalla prepotenza del riarmo), con l’aiuto di Giorgia Meloni che tra pochi giorni sarà negli USA per mediare pur senza il consenso di Macron che è preso dalla tensione che si è creata tra il ministero degli esteri francese e quello russo dopo che alla frontiera francese è stata fermata il 6 aprile una dipendente del ministero degli esteri del Cremlino che ha convocato l’ambasciatore dell’Eliseo, tanto da aggravare le relazioni diplomatiche già tese da un po’ di tempo.
Trump deve guardare anche dall’altra parte del mondo: prima a Taiwan dove la Cina continua con le sue esercitazioni militari e a Israele,dove la guerra è giunta al giorno 555, sostenendolo politicamente e anche militarmente, tanto da inviare una seconda portaerei. Non resta solo che pregare e invocare il dialogo per una terra dove continua uno sterminio infinito su tutti, in particolar modo su donne e bambini, che prima di essere decapitati vengono mostrati nei video e imbustati.
Non ci resta che augurarsi che l’incontro tra la delegazione di Hamas attesa in Egitto per la tregua vada a buon fine.