Riceviamo e volentieri pubblichiamo il comunicato stampa di Lucera Non Tace
LUCERA – In passato a Lucera sono stati realizzati alcuni progetti di riqualificazione urbana. Ne citiamo un paio abbastanza significativi. Il rifacimento di piazza San Francesco che avrebbe dovuto esaltare la bellezza della omonima Basilica. Nel corso del tempo è stata ribattezzata dai cittadini “piazza cemento” in quanto le aiuole preesistenti sono state letteralmente sommerse da una colata di pietra moderna in stridente contrasto con l’austero stile gotico-romanico della Basilica. Chicca finale: i bagni pubblici annessi (rigorosamente con scale) sono chiusi da anni e la continuità spaziale della piazza è interrotta da barriere architettoniche costituite da piccole scalinate sparse qua e là, parzialmente mitigate da alcuni scivoli.
Analoghe considerazioni possono essere fatte per la riqualificazione dell’ex convento SS. Salvatore a centro culturale polivalente sede della biblioteca pinacoteca comunale “Bonghi”. Successivamente è stata creata un’apposita struttura contigua per ospitare i mosaici paleocristiani di San Giusto e restituirli alla città.
Costata 1.250.000 euro, è stata inaugurata pomposamente nel 2018 dopo quasi vent’anni dal ritrovamento dei mosaici. Oggi i mosaici agonizzano negletti in una stravagante armatura di ferro e l’intera struttura, circondata da erbacce, langue in stato di abbandono. La fruibilità dei mosaici per cittadini e visitatori è evaporata rapidamente come le magniloquenti parole degli inauguratori.
La riqualificazione di viale Castello, ridotta a meno della metà del viale, dopo un decennio di travaglio è in dirittura d’arrivo. Le perplessità che sta suscitando l’intervento sono state oggetto di un comunicato precedente di LNT.
Le riqualificazioni citate, nella migliore delle ipotesi, si sono rivelate opere dal risultato discutibile, caratterizzate da colate di marmo, pietre e cemento dove, ancora una volta, il verde è assente o trascurabile. E soprattutto non hanno migliorato la fruibilità degli spazi urbani e favorito l’aggregazione sociale, obiettivi basilari della riqualificazione urbana. Inoltre evidenziano un peccato originale: la mancanza di pianificazione organica a livello comunale e la prassi di reperire fondi su progetti disarticolati spesso accettati frettolosamente, poco attinenti al contesto ma che hanno il vantaggio di renderli immediatamente accessibili. L’ansia tardiva per evitare di perderli, sovente cede il passo alla frettolosità e alla standardizzazione lasciando in secondo piano l’utilità sociale e il miglioramento effettivo dello stato dei luoghi.
Tutto ciò per invitare l’amministrazione e i tecnici comunali a riflettere sulla bontà degli interventi di riqualificazione realizzati in passato. Affinché per le diverse riqualificazioni urbane in essere e per il futuro questi errori non vengano reiterati: “errare è umano, ma perseverare è diabolico“
Comunicato stampa