Una domenica delle palme bagnata di sangue perché continua lo sterminio sia a Gaza che in Ucraina.
Arturo Di Sabato
È consuetudine la domenica delle palme, scambiarsi gli auguri di buona pace, perché i rami di ulivo rappresentano la pace, ma a Gaza in Palestina e in modo particolare a Sumy in Ucraina dove la gente stava andando a Messa proprio la domenica delle Palme si è consumato un attacco codardo da parte delle truppe russe che hanno superato ogni limite.
In questo attacco sono morte 34 persone tra cui 7 bambini, e da 1.148 giorni che è iniziato il conflitto i bambini morti sono 618. Oltre i condomini, anche le infrastrutture come i negozi, aree di esigenze sanitarie e di servizio sono state bombardate.
Trump accusa i russi di questo attacco, ma poi corregge il tiro dicendo a bordo del suo Air Force One che si è trattato di un errore, mentre accusa Zelensky e Biden di essere stati loro a voler tutto questo, mentre Putin non vuole la fine della guerra.
Ma Trump non doveva porre fine alla guerra in 24 ore dal suo insediamento alla Casa Bianca?
I russi continuano a centrare i civili, come l’ospedale di Odessa la notte scorsa dove sono rimaste ferite cinque persone. Un errore anche questo?
Putin andrà a Messa a Pasqua con tranquillità, perché per lui è una guerra giusta, santa, invece la povera gente soffre, così come i bambini tanto che è diventato virale il video di una povera bambina con il volto ricoperto di sangue in braccio alla mamma che diceva con una catenina in mano con una croce: ”Mi hanno colpita”. E’ un errore? No un massacro!
La cosa più orribile e di essersi accusati reciprocamente di aver usato la bambina per fare propaganda. La gente muore! Fin quando si pensa al riarmo, al continuo sostegno finanziario e militare la guerra non finirà mai.
Questo devono capire i cosiddetti grandi della terra iniziando da Trump fino alla Presidente della Commissione Europea.
Il delegato di Trump ha presentato a Mosca un altro piano per la fine della guerra, cioè la tripartizione dell’Ucraina e la creazione di una zona demilitarizzata nella parte orientale. Il piano americano della tripartizione consiste in tre zone:
La prima zona, a ovest del fiume Dnepr comprendente Kiev, Leopoli e Odessa, finirebbe sotto la protezione della “coalizione dei volenterosi” di Stati europei, guidata militarmente da Francia e Gran Bretagna.
La seconda zona, delineata dalla linea del Donbass, comprendente Donetsk, Lugansk, Kherson e Crimea (ma non Zaporizhzhia, che Mosca ha già annesso unilateralmente) finirebbe sotto il controllo diretto russo, sia militare sia amministrativo.
La terza zona , a nord-est del fiume Dnepr, comprendente Kharkiv, Dnipro e Sumy – resterebbe sotto il controllo ucraino. Forse con questo piano l’Ucraina otterrebbe un po’ di indipendenza e gli Usa soprattutto la supremazia e finalmente l’acquisto delle terre rare, in modo di isolare Mosca. Andrà a buon fine? Occorre vedere cosa alla fine ne pensa lo Zar russo, che continua a bombardare. Intanto l’Unione Europea è sempre più isolata dalle trattative.
Questo progetto, o proposta è simile per non dire uguale a quella di Berlino dopo la Seconda Guerra mondiale. Quando poi fu abbattuto il muro di Berlino nel lontano novembre 1989, San Giovanni Paolo II, esclamò: ”Il Sogno di un mondo unito e di pace è ancora possibile”. Ma non poteva sapere che l’uomo respinse in toto le sue belle parole.
Per tutti gli sforzi o i tentativi nel rimediare i fallimenti per non aver portato la pace in Ucraina, Trump è sempre più lontano dalle trattative tra Israele e Hamas dove continua lo sterminio.